Isabella Bufacchi
ROMA
La Cassa depositi e prestiti e l'Associazione bancaria italiana firmano oggi, salvo imprevisti dell'ultim'ora, l'accordo quadro che stabilisce i principi generali per la concessione alle banche di prestiti quinquennali fino a 8 miliardi di euro dedicati alle piccole e medie imprese. A giorni seguirà la sottoscrizione della convenzione tra Cdp e Abi: i tempi sono accelerati, le tappe ravvicinate da quando Massimo Varazzani, ad della Cassa, ha posto metà giugno come obiettivo per l'avvio del programma.
Proprio ieri la Cdp ha concluso in velocità altri due passaggi obbligati per sbloccare gli 8 miliardi. L'assemblea straordinaria ha approvato il nuovo statuto che consente l'utilizzo più ampio, a condizioni più severe, del risparmio postale. Subito dopo il consiglio di amministrazione ha dato il via libera per questa concessione alle banche, che non ha precedenti e che decollerà con una prima tranche da 3-4 miliardi.
L'accordo quadro in firma oggi getta le fondamenta per il meccanismo di prestiti Cdp alle Pmi (in stile-Bei), con l'uso della raccolta postale e tramite il sistema bancario. A ciascuna banca verrà assegnato un plafond calcolato sulla quota di mercato dell'istituto nei confronti delle microimprese: le percentuali saranno segnalate dall'Abi alla Cassa, anche se le banche di credito cooperativo otterranno un finanziamento-Cdp più elevato in virtù della loro presenza sul territorio. Le banche devono utilizzare questo speciale finanziamento quinquennale della Cassa integralmente ed esclusivamente per le Pmi: ma saranno libere di decidere se attingere alla linea messa a loro disposizione da Via Goito oppure no.
La convenienza per le imprese sarà rappresentata dal costo finale del finanziamento, che dovrebbe risultare inferiore rispetto ai tassi dei prestiti bancari in vigore al momento: le banche otterranno la liquidità dalla Cassa a un tasso d'interesse prevedibilmente inferiore rispetto a quello disponibile con strumenti di raccolta tradizionali come il collocamento di obbligazioni bancarie a cinque anni (senza la garanzia dello Stato). La Cdp non concederà tassi agevolati, perchè applicherà un premio a rischio (spread) corrispondente all'affidabilità della banca stabilita in base alla sua struttura economico-finanziaria e patrimoniale: le condizioni di mercato saranno comunque vantaggiose. In base all'accordo e alla convenzione Cdp-Abi, gli istituti che ricorreranno a questa speciale forma di raccolta saranno tenuti a comunicare all'impresa il costo del proprio finanziamento: questo sistema basato sulla trasparenza delle condizioni consentirà alle Pmi di calcolare il proprio spread per mettere in concorrenza gli istituti di credito.
Le Pmi che avranno accesso a questo plafond da 8 miliardi sono quelle che soddisfano i criteri Ue contenuti nella definizione di microimpresa: organico inferiore a 250 persone, fatturato non superiore a 50 milioni di euro, totale di bilancio annuale uguale o inferiore a 43 milioni.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA